Oscar Wilde, il Clown dal cuore infranto


lettera di Oscar Wilde dal carcere di Reading
regia diSimone Toni
con Milutin Dapcevic/Fausto Cabra, Gabriele Falsetta/Andrea Luini, Michele di Giacomo/Stefano Moretti, Diana Manea/Federica Castellini
scene e costumi di Alessandra Gabriela Baldoni
luci di Fiammetta Baldiserri
musiche originali di Carlo Borsari

in collaborazione con il Teatro Consorziale di Budrio

31 ottobre-3 novembre 2010, Torri dell’Acqua, Budrio
8- 19 dicembre 2010, Teatro di Documenti, Roma
2-4 giugno 2011, Teatro Vittoria, Roma
17-18 dicembre 2011, Teatro Consorziale, Budrio
24 marzo 2012, Teatro Comunale, Predappio
27 marzo-5 aprile 2012, Teatro Filodrammatici, Milano

 



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PHOTOGALLERY

RASSEGNA STAMPA:

Oscar Wilde, il clown dal cuore infranto-Angela Villa, www.dramma.it
Oscar Wilde, Teatro Filodrammatici-Ilaria Guidantoni, www.salinaria.it
L’anima e la carne-Emanuela Mugliarisi, teatro.persinsala.it
Born to be Wilde-Anna Bandettini, La Repubblica
Il piccolo principe-Pierluigi Diaco, Il Foglio
Talenti sul palco-Rita Cirio, L’Espresso

CONTESTO STORICO

Intorno al 1880 Oscar Wilde è un giovane artista che fa tendenza, stupisce, provoca, tiene conferenze nel mondo che conta e nei più importanti salotti intellettuali d’Europa sull’arredamento, sulla moda e sulla necessità dell’Arte e della Bellezza nella vita umana.
Le rappresentazioni teatrali delle sue Commedie attirano la curiosità del pubblico e della critica. I suoi romanzi e le sue idee suscitano polemiche. Wilde si difende sostenendo l’indipendenza dell’arte dalla morale. Ama definirsi “The King of life” e tiene banco nei locali più alternativi della grande Parigi. Adorava sorprendere i giovani intellettuali con i suoi eccessi
e le sue teorie contraddittorie e affascinanti in cui l’assoluto si mescolava al frivolo e la ricerca del piacere doveva assumere risvolti tragici per essere goduta al massimo. In questa vita piena di fascino e contraddizione Wilde, ignaro di ciò che lo aspetta, trova anche il tempo per essere un buon padre di famiglia. È in questo contesto che conosce nel 1891 lo studente di Oxford Lord Alfred Douglas detto Bosie di cui si innamora e che lo porterà alla rovina artistica e finanziaria. Bosie decide di vivere al fianco dello scrittore per essere introdotto nei salotti e si fa pagare ogni vizio e ogni eccesso dall’incredulo Wilde che accetta impotente questo continuo sopruso, evidentemente stregato da questo giovane insondabile. La coppia comincia a creare scandalo e fa parlare di se tanto da attirarsi le critiche dell’aristocrazia londinese dalla quale per altro proviene Bosie. È infatti il padre di Bosie, il Marchese di Queensberry, che si oppone violentemente all’amicizia dei due diffamando pubblicamente Wilde nei circoli intellettuali e sui giornali di Londra. Fu così che Wilde nel 189 incoraggiato da Bosie decise di fare causa al Marchese firmando da solo la sua rovina. Il processo infatti gli si rivolterà contro, Wilde verrà incolpato di “Gross Indecency” e condannato a due anni di carcere duro. Morirà dopo due anni dalla sua scarcerazione senza più rivedere la famiglia evitato da chi un tempo lo venerava e nella più completa povertà.

NOTE DI REGIA
È proprio dal carcere che nasce la magnifica lettera che conosciamo come De Profundis, nella quale Wilde scrive a Bosie. Comincieremo a raccontare la storia dal suo epilogo, come se spiassimo il protagonista dallo spioncino, dall’ottica del carceriere. “Siamo i buffoni del dolore. Siamo i clown del cuore infranto” scrive Wilde in un passo del De Profundis riferendosi alla condizione dei carcerati. Vorrei prendere alla lettera queste immagini e mi piacerebbe portare in scena questo clown del dolore. Il trucco da pagliaccio in contrasto con la divisa da carcerato è un’immagine che mi sembra molto efficace per raccontare questa fantastica storia vera.
In scena con Wilde appariranno gli altri protagonisti, ospiti della cella nel momento in cui vengono evocati, rimpianti o ricordati e che svaniscono con la stessa facilità con cui prendono forma. Si rivivranno in questo modo i momenti di mondanità e di grandezza dell’artista, le fasi cruciali del processo con il segno forte di chi ritorna nel suo passato con un abito ridicolo, come un ospite che può solo assistere senza intervenire sui ricordi. Il lavoro sarà supportato dalla presenza di Milutin Dapcevic, attore di origine serba, poco più che trentenne, ma già molto affermato in Italia e all’estero, che interpreterà il ruolo di Oscar Wilde.
I motivi che ci spingono ad affrontare questo allestimento sono il fascino magnetico della vicenda, le emozioni, l’umanità che la caratterizzano e soprattutto il significato che può assumere oggi la riflessione su questa storica condanna inflitta a un uomo incolpato e arrestato per sodomia. Nell’epoca dello scandalo dei preti pedofili e delle continue aggressioni agli omosessuali diviene necessario raccontare storie come questa che, a loro modo, segnano una tappa importante nel rapporto fra trasgressione, legge e società.

Simone Toni